Il Piemonte è da sempre famoso come terra di tartufi apprezzati un po’ ovunque, e qui si tiene una delle fiere più famose del mondo, quella d’Alba. Oggi parleremo dei tartufi piemontesi e, nello specifico di quello più rinomato, il tartufo bianco.

Quali tartufi vengono raccolti in Piemonte?

Fra i tartufi piemontesi, oltre al celeberrimo Tartufo Bianco d’Alba, di cui parleremo più avanti, troviamo più o meno tutte le specie: Tartufo Nero Pregiato, Scorzone, Uncinato, Moscato e Brumale.

I tartufi piemontesi vengono raccolti principalmente nelle seguenti zone: Monferrato, Langhe, Roero e Colline del sud.

La raccolta dei tartufi piemontesi avveniva già in tempi remoti, ma solo verso il 1600 si cominciò intensivamente ad utilizzare i tartufi, probabilmente ad imitazione della cucina francese.

Il clou venne raggiunto nel ’700, e la sua ricerca, (soprattutto del pregiatissimo Tartufo Bianco), divenne una moda fra i nobili, che organizzavano delle vere e proprie “battute di caccia”.
Da quel periodo in poi, i tartufi piemontesi divennero sempre più famosi ed apprezzati.

Tartufo Bianco d’Alba: impariamo a riconoscerlo!

Tartufi piemontesi Bianco d'Alba

Da sempre il più ambito, il Tartufo Bianco Pregiato (Tuber Magnatum Pico) è il tartufo per antonomasia, croce e delizia di tutti gli estimatori.

Pensate che in Piemonte è talmente diffuso, che ormai i termini Tartufo Bianco e Tartufo d’Alba sono diventati praticamente sinonimi. Tutti conoscete le caratteristiche del Tartufo Bianco, ma noi ve le ricordiamo:

  • Ha un aspetto globoso ed irregolare.
  • Il suo colore varia dal crema all’ocra pallido.
  • La superficie è liscia e leggermente vellutata.
  • La parte interna è giallo grigiastra con piccole venature chiare.
  • Il suo profumo è caratterizzato da un aroma talmente particolare che lo rende inconfondibile.

Il Tartufo Bianco, per svilupparsi nel modo giusto, ha bisogno di terreni con particolari caratteristiche: devono essere soffici e umidi, ricchi di calcio e ben areati.

Tutte caratteristiche che si trovano in molte zone del Piemonte, e per questo motivo il Tartufo d’Alba, fra i tartufi piemontesi, è sicuramente il più famoso.

Ripercorriamo la storia del Tartufo D’Alba

La fortuna dei tartufi piemontesi, e di quello d’Alba in particolare, inizia grazie ad un ristorato albese: Giacomo Morra, che ne volle fare il simbolo di manifestazione che attirasse sul Piemonte e sulle Langhe in particolare, l’attenzione non solo dell’Italia, ma di tutto il mondo.

Nel 1929 questo signore dotato di grande spirito imprenditoriale e di passione per la sua terra, pubblicizzò il Tartufo Bianco all’interno della Fiera d’Alba, esponendovi i migliori tartufi raccolti e riscuotendo un grandissimo successo.

Pensate che regalò addirittura l’esemplare più grande raccolto alla famosissima diva Rita Hayworth, inaugurando una tradizione in cui ogni anno i migliori esemplari venivano regalati a personaggi importanti dello spettacolo e della politica, contribuendo ad alimentare il mito dei tartufi piemontesi.

Pensate che nel 1936 la Fiera del Tartufo d’Alba fu inaugurata da Umberto di Savoia, e nel 1937 da Pietro Badoglio!

La Fiera subì una battuta d’arresto dal ’42 al ’45, a causa della Seconda Guerra Mondiale; poi gli appuntamenti annuali ricominciarono e continuano tutt’ora, monopolizzando l’attenzione di estimatori provenienti da tutto il mondo.

Non solo tartufi piemontesi: Fortunati Antonio, il meglio dell’Umbria

tartufi piemontesi fortunati antonio

Quando si parla di tartufi, è fondamentale parlare di qualità, tracciabilità, serietà. Sono questi i principi da cui parte e si sviluppa la nostra esperienza: a partire da Antonio, che ha voluto coinvolgere la sua famiglia in un’azienda dedita alla raccolta, la selezione e la vendita dei migliori tartufi.

Nello shop online, oltre ai tartufi freschi e conservati (questi ultimi per darvi la possibilità di godere dei vostri preferiti in tutte le stagioni), troverete tantissime specialità, a base non solo di tartufo, ma anche di funghi, e tanti cofanetti regalo perfetti per un pensiero speciale.

Amare i tartufi non vuol dire solo mangiarli, ma anche capirli e, perché no, parteciparne alla “cerca”: per questo motivo l’azienda di Antonio Fortunati organizza delle Truffle experience, che vi permetteranno di immergervi completamente in questo variegato (e molto profumato) mondo.

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