Cominciamo subito col dire che la ricerca dei tartufi non può essere un’attività improvvisata giacché è necessario possedere un apposito tesserino. Il tesserino ha una durata quinquennale e viene rilasciato solo a coloro che hanno già compiuto 14 anni e che hanno superato un apposito esame. Durante questo esame vengono poste numerose domande sul mondo dei tartufi ed è bene prepararsi accuratamente poiché se non si supera il test è possibile ripeterlo solo dopo 12 mesi. Ogni anno si dovrà pagare una tassa di concessione.

Una volta ottenuto il tesserino si è acquisito il diritto a cercare tartufi ma non certo le capacità, che si affineranno solo col tempo e con l’esperienza.

Cercare i Tartufi col Cane

Oggi i tartufi vengono cercati mediante l’ausilio di cani che rispondono ai richiami del padrone e non danneggiano le zone dove è cresciuto il tartufo. La cerca del tartufo senza cane è vietata.

Ogni razza di cane può essere addestrata per cercare tartufi, ma una delle più utilizzata per questo lavoro è il Lagotto Romagnolo, l’unico ad essere esplicitamente indicato come “cane da tartufo” nello standard di razza. Il Lagotto ha un aspetto grazioso e gentile che potrebbe trarre in inganno (è riccio come un Barboncino e di dimensioni ridotte) ma è in realtà un cane rustico, resistente e, oseremmo dire, campagnolo, che ama molto lavorare. Ecco un’immagine che evidenzia sia il suo aspetto grazioso che la sua intelligenza.

cercare tartufi con cane

Il Lagotto non è però l’unico cane ad essere utilizzato per cercare tartufi: molto usati sono anche cani tipicamente da caccia come il Pointer, il Bracco Tedesco o quello Ungherese ma molti hanno addestrato con successo anche cani meticci. Di razza o meticcio che sia, il cane adatto alla ricerca del tartufo deve essere facilmente addestrabile, con una propensione per la cerca e il riporto.

L’addestramento del cane può avvenire da parte del tartufaio stesso oppure di un apposito allevatore/addestratore. Nel primo caso, si riusciranno ad ottenere buoni risultati solo se si hanno già delle nozioni di cinofilia mentre è difficile pensare di addestrare bene un cane da tartufi se è la prima volta che si possiede un cane!

Cercare i Tartufi: il Ruolo del Tartufaio

Se il cane fa molto, non può fare tutto. Il suo conduttore deve avvicinarlo alle zone che possono ospitare tartufaie, chiamate anche “pasture”.

Una volta che l’animale ha puntato il tartufo e ha magari iniziato a scavare, il tartufaio deve essere tempestivo nel fermarlo e proseguire lo scavo con l’apposito vanghetto. Trovato il tartufo, deve ricoprire la buca con la stessa terra perché altrimenti rischia di danneggiare, anche irrimediabilmente, la tartufaia.

Se si trovano tartufi marci o immaturi è bene non raccoglierli ma lasciarli nel bosco, consapevoli che i tartufi marci o immaturi contribuiranno con le loro spore a far nascere nuovi tartufi per le stagioni successive.
Non si devono prelevare tartufi immaturi perché è inutile e dannoso dato che non solo l’aroma non è ancora quello del “vero” tartufo ma soprattutto perché si impedisce la riproduzione del tartufo che avviene solo quando questo è giunto a maturazione.

I tartufi vanno in borse chiamate in gergo “catane”, o nelle apposite tasche dei giubbotti o gilet da cacciatore, o in cesti simili a quelli della raccolta dei funghi.
Si possono raccogliere fino a 2kg di tartufo per legge (che a volte presenta delle variazioni a seconda della Regione di appartenenza) a meno che il terreno non sia di proprietà del tartufaio, nel qual caso non ci sono limiti. E’ assolutamente vietato cercare tartufi di notte e fuori del periodo consentito (sempre in base a quanto stabilito dalle normative regionali).

Ovviamente non potete sperare che un tartufaio esperto vi confidi le zone dove trova i tartufi: sono segreti preziosi, ed ogni tartufaio tende a custodirli gelosamente, rivelandoli solo ai suoi parenti più stretti. Ad oggi il modo migliore per diventare un vero tartufaio è essere iniziato all’attività da un familiare, che svelerà trucchi e segreti del mestiere.

Il tartufaio principiante dovrà avere buone gambe, essere disposto a camminare anche per chilometri e conoscere, oltre che la stagionalità dei vari tipi di tartufo, i tipi di piante e i terreni che sono più adatti a far crescere un tartufo o l’altro. E’ molto utile anche studiare le caratteristiche del bosco che si andrà ad esplorare, informandosi sul tipo di terreno e sul tipo di vegetazione presenti. Anche gli eventi climatici hanno il loro ruolo, per cui è bene tenere d’occhio temperature e precipitazioni delle zone dove si cercheranno tartufi; generalmente una stagione molto piovosa genererà più tartufi. Infine alcuni insetti sono particolarmente attirati dai tartufi (ad esempio la famosa Mosca del Tartufo), per cui conoscerli aiuterà nel lavoro.

Tutte le tipologie di tartufo nero, tramite sostanze sprigionate dalle loro spore, abbassano il ph del terreno circostante, causando attorno alla pianta ospite una diradazione della vegetazione a forma di anello chiamata “cava”, “bruciata” o anche”cerchio della strega” (in tempi antichi si pensava che le streghe avessero danzato in quel punto).

La presenza dei cerchi di terra bruciata fa pensare di poter cercare tartufi anche senza cane (e in effetti qualche tartufaio molto esperto ci riesce) ma ciò è vietato dalla legge poiché si rischia di creare molte inutili buche e danneggiare l’ecosistema.

Conoscere il Bosco

E’ quasi superfluo dire che per andar per boschi sia necessario conoscerne i possibili pericoli (serpenti, insetti, ragni, piante urticanti etc.) e sapervici orientare.
Per l’orientamento viene in aiuto la tecnologia col GPS ma i pericoli dovranno essere evitati informandosi e stando accorti.
Ad esempio per evitare morsi di rettili o punture è bene vestirsi adeguatamente, con calzoni lunghi, scarpe alte, camicia a maniche lunghe, portando con sé guanti per lo scavo, un bastone per battere il terreno, pomate di primo soccorso. Per respingere le zecche (che attaccano anche gli umani) esistono appositi spray acquistabili in farmacia, per i morsi di vipera e le punture di insetti esistono stimolatori elettronici che attenuano la potenza del veleno e per non graffiarsi con le spine esistono appositi cosciali.
Tra le insidie c’è anche la presenza di materiale pericoloso come cocci di vetro rotto o lamiere lasciati da persone irresponsabili e amalgamate col terreno, che possono ferire il tartufaio o il cane durante lo scavo. Per limitare questi pericoli è bene fermare lo scavo del cane non appena ha individuato il tartufo e utilizzare dei guanti durante lo scavo.
Ci sono poi alcuni pericoli specifici per il cane, ossia le deprecabili e criminali esche avvelenate, per cui è bene controllare cosa mette in bocca il cane quando è in giro per il bosco. Esistono anche delle museruole apposite che risultano comode per il cane e gli impediscono di ingerire bocconcini vari.

E’ comunque piacevole e rilassante essere immersi nella natura, a stretto contatto con il cane, con cui è bene instaurare un rapporto di stima reciproca.

Visti i pericoli del bosco, si capisce che va bene essere tartufai principianti ma non tartufai improvvisati: il rispetto delle norme di sicurezza, dell’ambiente e dei nostri fedeli collaboratori, i cani, deve essere una base di partenza imprescindibile.

come cercare tartufi

La Ricerca del Tartufo col Maiale

Dedichiamo un breve paragrafo a questo argomento più che altro per soddisfare la curiosità delle tante persone che avranno sentito parlare di “maiale da tartufo” ma che non l’hanno mai visto.

Infatti un tempo per la ricerca del tartufo si utilizzavano i maiali, in particolare quelli che sin da cuccioli si erano mostrati in grado di avvertire più rapidamente l’odore del tartufo. Il maiale, soprattutto se femmina, è in grado di individuare un tartufo anche molto sotterrato, e inoltre ha una naturale propensione a procacciarsi il cibo scavando. I maiali venivano dunque portati a guinzaglio nei boschi, affinché trovassero i tartufi.

Il fiuto del maiale è ottimo e la sua irruente ostinazione lo porta a scavare anche metri di terra per raggiungere il bocconcino, tuttavia ci sono molti inconvenienti: le sue grandi dimensioni rendono scomodo portarlo nei boschi e difficile il suo controllo e la sua ingordigia rende arduo togliergli di bocca il tartufo trovato, col risultato che molti tartufi finiscono nella pancia del maiale! Inoltre, molto più grave, a differenza del cane, il maiale scava molto a fondo e con irruenza, danneggiando le tartufaie. E’ per questo che l’uso dei maiali da tartufo è decaduto, ed oggi è anche vietato dalla legge.

Tuttavia sembra che ci sia anche un altro motivo ad aver contribuito al decadere dell’uso. Bisogna sapere che in passato i nobili di corte si appassionarono alla cerca del tartufo, facendolo diventare un passatempo di corte. Il maiale ha un fiuto eccezionale e un aspetto simpatico, ma non si può dire che sia un animale signorile, per cui i nobili presto gli preferirono il ben più raffinato cane; i borghesi e il popolo, a cascata, presero ad imitarli e sostituirono il rozzo maiale col docile ed elegante cane.

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