Come tutti sanno, i tartufi sono dei pregiati funghi sotterranei: solitamente in natura i tartufi sono presenti allo stato spontaneo, e l’Italia è tra i massimi produttori (sul suo territorio sono presenti tutte le specie ammesse in commercio). Vi starete sicuramente chiedendo se, oltre a raccogliere quelli che si formano spontaneamente, si possa anche coltivare tartufi. Oggi cercheremo di rispondere a questa domanda nel modo più esaustivo possibile.
Tartufi: come si sviluppano?
I tartufi sono funghi sotterranei che vivono in simbiosi con alcune piante. Ogni tipo di tartufo predilige un certo tipo di pianta ed un certo tipo di terreno. In generale i tartufi si sviluppano in terreni molto calcarei, con PH alcalino, ben areati e senza ristagni. Inoltre, affinché un tartufo si sviluppi nel modo giusto e raggiunga misure apprezzabili, deve passare moltissimo tempo, e questa è la ragione per cui la sua raccolta è regolata da normative specifiche atte a tutelarne la salvaguardia.
Vi starete allora chiedendo: perché aspettare che questi preziosi funghi si sviluppino da soli e non provare a coltivare tartufi? La cosa non è così semplice come sembra, ed ora vedremo il perché.
Coltivare tartufi: si può fare ma non è così facile.
La cosiddetta “tartuficoltura” è una delle coltivazioni più difficili in assoluto e non garantisce risultati certi. In Italia si è provato a coltivare tartufi più o meno dalla metà degli anni ’80, con risultati disparati: abbiamo avuto buone produzioni ma anche fallimenti totali. La tecnica di coltivazione dei tartufi è ancora ad uno stato abbastanza sperimentale, ma molti sforzi si stanno facendo per conoscere meglio la biologia di questi funghi e rendere la loro coltivazione razionale.
Risultati abbastanza buoni si sono avuti dai tentativi di coltivazione di:
- Tartufo nero pregiato
- Tartufo estivo
- Tartufo bianchetto
Esiti molto deludenti hanno dato invece i tentativi di coltivazione del tartufo bianco: capirete perché resta il più pregiato e costoso in assoluto.
Ma se volessimo tentare la sorte e provare a coltivare tartufi, cosa dovremmo fare?
Coltivare tartufi: fasi preliminari.
Chi decidesse di provare ad imbarcarsi in un’avventura come quella di avviare una coltivazione di tartufi, dovrebbe prendere in considerazione moltissimi fattori, ed intraprendere le seguenti azioni:
- Verificare la presenza di tartufi nei territori intorno all’area dove si vorrebbe intraprenderne la coltivazione (se nelle aree vicine crescono tartufi spontanei, è più facile che la nostra impressa vada a buon fine).
- Valutare con attenzione le caratteristiche chimico-fisiche del terreno che è stato scelto e le condizioni climatiche della zona. (Ogni tipo di tartufo necessita di un particolare habitat).
- Scegliere la giusta combinazione pianta-tartufo: non bisogna dimenticare che ogni tartufo vive in simbiosi con particolari tipi di pianta, che però andrebbero scelte anche in base alle caratteristiche climatiche della zona dove ci si accinge ad impiantare la coltivazione.
- Acquistare delle piante “micorizzate” certificate: per creare una tartufaia è indispensabile utilizzare delle piante, le radici delle quali siano già state colonizzate dalle spore dei tartufi che si desidera impiantare. Questa delicata procedura viene effettuata in vivai specializzati, ai quali bisogna rivolgersi per evitare brutte sorprese.
Una volta entrati in possesso delle piantine, bisogna dedicarsi agli impianti veri e propri.
Coltivare tartufi vuol dire armarsi di pazienza.
Prima di mettere a dimora le piante acquistate, bisogna preparare il terreno che le ospiterà nel modo migliore. Di solito si procede in questo modo:
- Il terreno va ben arato.
- Devono essere tolti tutti i residui di piante e arbusti.
- Vanno eliminate le pietre di dimensioni più grandi, che impedirebbero uno sviluppo armonico del tartufo.
Una volta che le piante saranno state messe a dimora (preferibilmente verso la fine del periodo estivo), il terreno dovrà continuare ad essere curato ed irrigato, soprattutto nei primi tempi, e particolare attenzione andrà prestata all’eliminazione di tutta la vegetaione infestante, che toglierebbe nutrimento alle piante con le quali i tartufi si svilupperanno in simbiosi.
Se tutti i passaggi saranno stati seguiti nel modo giusto, e le piante acquistate saranno state ben micorizzate, con un pò di fortuna potranno cominciarsi a raccogliere i primi tartufi dopo circa 7-10 anni.
Come avete letto, i tempi sono tutt’altro che brevi ed anche gli esiti sono spesso incerti. Questo è uno dei motivi per cui la coltivazione dei tartufi stenta a decollare, anche se negli ultimi tempi si stanno effettuando molti tentativi e ricerche a riguardo.
Quindi, dovendo rispondere alla domanda principale di questo articolo, ossia se coltivare tartufi sia possibile, la risposta è sì, alcune specie di tartufo possono essere coltivate, ma la tartuficoltura è comunque un’impresa abbastanza complicata, nella quale entrano in gioco svariati fattori, più o meno controllabili dall’uomo, e l’esito della quale non è garantito.
Se questo articolo vi ha un pò scoraggiato, o comunque vi ha reso molto dubbiosi in materia, non preoccupatevi, nei prossimi anni sicuramente verranno fatti ulteriori progressi, e nel frattempo, potrete acquistare tutti i tartufi che vorrete nello shop on-line dell’Azienda Fortunati Antonio, che da anni è un punto di riferimento nel settore dei tartufi e di tutte le specialità preparate con questi ultimi. Li potrete acquistare sia freschi, sia conservati, in modo da poterli assaporare in qualunque stagione, con buona pace di chi preferisce coltivarseli.